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ETICHETTA: IL PASSAPORTO DEI PRODOTTI ALIMENTARI

  • 8 min read

 

Una sana nutrizione parte da una spesa consapevole!

Imparare a leggere le etichette è l’unico strumento a disposizione di noi consumatori contemporanei per informarci sulla qualità dei prodotti alimentari che acquistiamo.

Durante le nostre sempre più brevi giornate veniamo continuamente inondati da una miriade di messaggi pubblicitari che lasciano ben poco tempo alla riflessione:  insinuandosi negli angoli più reconditi della nostra mente finiscono per mettere le tende e spingerci ad acquistare inconsapevolmente. Alzi la mano a chi di voi sarà capitato di andare al supermercato, armato di fretta e lista della spesa, e comprare il prodotto “X” perché “ho sentito che è il migliore” o perché “contiene solo lo 0,1% di grassi” o perché “è senza zucchero”, senza dare la minima sbirciata all’etichetta a cercare conferma di quanto sentito.

L’etichetta di un prodotto alimentare è il suo documento di riconoscimento,  il suo passaporto: è l’insieme delle indicazioni che figurano sull’imballaggio attraverso le quali il produttore trasmette informazioni essenziali sui prodotti (quantità netta, data di scadenza, modalità di conservazione e d’uso, ecc.), così come informazioni utili, sebbene non essenziali (etichettatura nutrizionale, dettagli sul riciclaggio degli imballaggi, ecc.).

Con l’obiettivo di arrivare gradualmente a compiere una spesa consapevole, e per iniziare, vediamo come si presenta un’etichetta alimentare a norma di legge:

  1. La DENOMINAZIONE DEL PRODOTTO, ovvero il nome reale del prodotto (Farina, latte, yogurt, ecc.), in alcuni casi associato al nome di fantasia dell’azienda produttrice.
  2. L’ELENCO DEGLI INGREDIENTI, elencati in ordine di peso decrescente, dal quello presente in maggior quantità a quello presente in quantità inferiore (compresi additivi e acqua, se supera il 5%). Nei prodotti costituiti da un solo ingrediente (es. frutta, verdura, latte ecc.) gli ingredienti non sono elencati.

Se presente la dicitura “in proporzione variabile”, vuol dire che nessun ingrediente è nettamente prevalente rispetto agli altri.

Nel caso di alcuni prodotti che presentano un ingrediente di prevalenza indicato nella denominazione (es. “minestra di pomodoro”) è comune ritrovare nell’elenco ingredienti la percentuale di prodotto che lo caratterizza (es. % di pomodoro presente nella “minestra al pomodoro”).

Nell’elenco degli ingredienti ritroviamo inoltre:

  • Gli AROMI, indicati solitamente al termine dell’elenco ingredienti, sono utilizzati dall’industria alimentare per conferire un particolare odore e/o sapore al prodotto. Se non presentano l’aggettivo “naturali” (ovvero non sono essenze o estratti ottenuti da materie prime vegetali) sono sicuramente di derivazione sintetica ( il termine “artificiali”  è, nella stragrande maggioranza  dei casi, sottinteso!). Per tutti coloro i quali amano “le cose che si dicono”: Viva gli aromi naturali!
  • Gli ADDITIVI, con o senza valore nutrizionale, utilizzati a scopo tecnologico dall’industria alimentare per conservare e rendere i prodotti più invitanti ed appetibili. Ne esistono centinaia e possono essere indicati dal nome per esteso o dalla sigla costituita dalla lettera “E” (che sta ad indicare che l’additivo è permesso in tutti i Paesi dell’Unione Europea) seguita da un numero che ne definisce la categoria d’appartenenza (es. glutammato monosodico o E621). La discussione sugli additivi, da sempre molto accesa, è sicuramente da approfondire.
  1. La QUANTITÀ, ovvero il peso netto del prodotto (in mg, g, Kg, ecc.) e, per i prodotti liquidi, il volume  netto (ml, cl, L, ecc.).

Nel caso dei prodotti conservati in acqua o sott’olio, in etichetta viene indicato il peso del prodotto sgocciolato, che ci permette di sapere quanto prodotto c’è all’interno della confezione.

  1. I TERMINI DI SCADENZA, ovvero la data di scadenza (giorno/mese/anno), preceduta dalla dicitura:
    • “da consumarsi preferibilmente entro”, nel caso di alimenti che possono essere conservati a lungo (es. cereali, spezie) ed il cui consumo successivo alla data indicata non costituisce pericolo per la salute umana: tuttavia, il prodotto può aver modificato il suo sapore e la sua consistenza o le sue caratteristiche nutrizionali.
    • “da consumarsi entro”, nel caso di alimenti che si degradano facilmente (es. carne, uova, latticini) e che, dopo la data di scadenza indicata, non possono essere consumati perché potenzialmente pericolosi per la salute (pericolo di intossicazioni alimentari!).

Una curiosità: soprattutto per i prodotti freschi, molto spesso un periodo di conservazione relativamente breve indica la presenza d’ingredienti di qualità e/o l’assenza di conservanti.

  1. La MODALITÀ DI CONSERVAZIONE E DI UTILIZZO, nel caso di prodotti che hanno bisogno di una particolare conservazione (come ad esempio i prodotti refrigerati) così come di un corretto utilizzo (come ad esempio la dicitura “consumare previa cottura”). Tali indicazioni sono necessarie affinché il prodotto sia conservato nell’ambiente e alla temperatura adeguata per evitare che i processi di deterioramento siano accelerati.
  2. L’AZIENDA DI PRODUZIONE, ovvero chi l’ha fatto, con indicazione del nome del produttore, la sede di produzione e/o di confezionamento (se diversa). Questa indicazione è necessaria poiché garantisce la possibilità di ottenere informazioni sul prodotto o fare un segnalazione sullo stesso.
  3. Il LOTTO DI PRODUZIONE, ovvero un codice preceduto dalla lettera “L”, che può corrispondere al giorno di scadenza oppure ad un codice alfanumerico che consente di risalire in modo inequivocabile al giorno di produzione del prodotto ed alle materie prime impiegate: esso infatti rappresenta l’insieme di unità di vendita di una derrata alimentare, prodotte, fabbricate o confezionate in circostanze praticamente identiche.
  4. Obbligatoria a partire del 13/12/2016, l’ETICHETTA NUTRIZIONALE è quella tabella nella quale vengono indicati il valore energetico (in kcal o kJ) e gli elementi nutritivi di un prodotto alimentare (carboidrati, zuccheri semplici, proteine, grassi, acidi grassi saturi, fibre, sodio, vitamine e minerali). I valori indicati sono riferiti a 100 go 100 ml di prodotto e, solo facoltativamente, anche a porzioni inferiori. Da ricordare:
  • Sebbene l’etichettatura nutrizionale non sia obbligatoria, lo diventa quando un’informazione nutrizionale figura in etichetta o nella pubblicità del prodotto alimentare in questione: sono i cosiddetti “claims nutrizionali” che informano il consumatore sul possesso o meno di determinati nutrienti in misura maggiore o minore rispetto alla media degli altri alimenti appartenenti alla stessa categoria (giusto per fare qualche esempio, “ricco di calcio”, “ricco di fibra”, “basso contenuto di grassi”)
  • Elevato contenuto di fibre” si usa soltanto per prodotti che contengano almeno 6 g di fibre per 100 g di prodotto.
  • Basso contenuto caloricoper i prodotti che non possiedono più di 40 kcal per 100 g o più di 20 kcal per 100 ml.
  • I prodotti “senza zucchero non contengono più di 0,5 grammi di zucchero per 100 g o 100 ml
  • Non troverete mai indicazione di effetti positivi per la salute su un prodotto che contiene troppo sale, troppi grassi o troppo zucchero!
  1. Il MATERIALE UTILIZZATO PER IL PACKAGING, nonostante sia un’indicazione facoltativa, è sempre più spesso presente poiché utile al corretto differenziamento e smaltimento dei rifiuti, aiutando a distinguere le aziende più attente al rispetto per l’ambiente.
  2. Gli ALLERGENI, indicati solo se sono presenti molecole in grado di indurre reazioni allergiche o procurare intolleranze (come ad esempio arachidi, soia, anidride solforosa, ecc.), ed evidenziati utilizzando accorgimenti grafici (grassetto, corsivo, colore, ecc.), fatta eccezione per quei prodotti mirati a una fascia di consumatori che ha una specifica allergia o un’intolleranza alimentare, come quella al glutine, dove l’indicazione dell’allergene è ben evidenziata in etichetta. Se l’alimento non contiene allergeni, ma vi è una logica possibilità di contaminazione accidentale con sostanze allergeniche durante il processo di produzione, il produttore può riportare in etichetta la dicitura: “può contenere tracce di…
  3. Vista la crescente attenzione sull’argomento, è sempre più frequente notare in etichetta la presenza dell’indicazione “OGM free” (il prodotto non contiene Organismi Geneticamente Modificati): l’indicazione sull’etichetta è obbligatoria per i prodotti che hanno un contenuto di OGM superiore allo 0,9%. L’espressione “OGM free” può essere apposta in etichetta solo se in commercio esistono prodotti, ammessi sul territorio Europeo, con uguale denominazione contenenti OGM, come nel caso del mais e della soia.

Infine, visto il crescente interesse di noi consumatori, sta diventando sempre più comune trovare nei supermarket:

  • PRODOTTI BIOLOGICI: sono soggetti a una rigorosa normativa comunitaria che fa riferimento a specifici metodi di produzione alimentare, conformi a standard elevati di protezione dell’ambiente e di benessere degli animali.
  • PRODOTTI EQUO-SOLIDALI “FAIR TRADE: quando sugli scaffali troviamo prodotti con questo simbolo possiamo stare certi che siano stati lavorati “senza causare sfruttamento e povertà nei Paesi in Via di Sviluppo, ma sviluppo sociale e sanitario, nel rispetto dell’ambiente della biodiversità locale”.

Queste sono sommariamente le informazioni che troviamo sull’etichetta dei prodotto alimentari. Col tempo cercheremo di approfondire.

TIPS & TRICKS NUTRIZIONALI (di partenza!)

Diffidate sempre da quei prodotti sui quali:

  • sono affissi slogan che vantano proprietà curative ed effetti benefici che nella realtà non possiedono (es. “snellente” o “dimagrante”)
  • una serie di “senza…”, che raramente indicano un prodotto sano e nutriente
  • vengono sottolineate caratteristiche che sono insite già nei prodotti (es.“ricco di calcio” nel latte)

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